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Channel: pardo d'oro - Nuovo Cinema Locatelli
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Festival di Locarno: Pardo a sorpresa al bulgaro GODLESS. Tutti i vincitori

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Le giurie di Locarno sono abituate a sorprenderci, di sicuro le più imprevedibili tra tutte quelle dei festival maggiori. E anche stavolta ci hanno spiazzato. A pochi era piaciuto il bulgaro Godless, che invece non solo si è portato via il Pardo d’oro come miglior film del concorso internazionale, ma ha procurato pure il premio (meritato) quale migliore attrice alla sua protagonista Irena Ivanova. Intanto, ecco il palmarès per intero, appena annunciato.

il bulgaro 'Godless' (Empio), Pardo d'oro di questo Locarno 69. Nella foto la protagonista Irene Ivanova, premiata come migliore attrice

il bulgaro ‘Godless’ (Empio), Pardo d’oro di questo Locarno 69. Nella foto la protagonista Irene Ivanova, premiata come migliore attrice.

Concorso internazionale

Pardo d’oro
GODLESS di Ralitza Petrova (Bulgaria)

Premio speciale della giuria
INIMI CICATRIZATE (Scarred Hearts) di Radu Jude (Romania)

Premio per la migliore regia
JOÃO PEDRO RODRIGUES per O Ornitólogo (Portogallo)

Premio per la migliore interpretazione femminile
IRENA IVANOVA per Godless (Bulgaria)

Premio per la migliore interpretazione maschile
ANDRZEJ SEWERYN per Ostatnia Rodzina – The Last Family (Polonia)

Menzione speciale
MISTER UNIVERSO di Tizza Covi, Rainer Frimmel (Austria-Italia)

Concorso Cineasti del presente

l'argentino 'El Auge del Humano', Pardo d'oro a Cineasti del presente e menzione speciale come Opera prima

l’argentino ‘El Auge del Humano’, Pardo d’oro a Cineasti del presente e menzione speciale come Opera prima.

 

Pardo d’oro Cineasti del presente – Premio Nescens
EL AUGE DEL HUMANO di Eduardo Williams (Argentina)

Premio speciale della giuria Cine+ Cineasti del presente
THE CHALLENGE di Yuri Ancarani (Italia-Francia-Svizzera)

Premio per il migliore regista emergente
MARIKO TETSUYA per Destruction Babes (Giappone)

Menzione speciale
VIEJO CALAVERA di Kiro Russo (Bolivia)

Opera prima

Premio Swatch migliore opera prima
EL FUTURO PERFECTO di Nele Wohlatz (Argentina)

Premio Swatch Art Peace Hotel
MAUD ALPI per Gorge Coeur Ventre (Francia)

Menzione speciale
EL AUGE DEL HUMANO di Eduardo Williams (Argentina)

Premio del pubblico UBS (assegnato dal pubblico votante a un film di Piazza Grande)
I, DANIEL BLAKE di Ken Loach (UK)

Premio Variety Piazza Grande

Emmanuelle Devos in 'Moka'

Emmanuelle Devos in ‘Moka’

MOKA di Frédéric Mermoud (Francia-Svizzera)

Pardi di domani (assegnati ai corti)
La lista dei vincitori alla pagina del festival

Commento. Palmarès che ha spiazzato quasi tutta la stampa, come spesso succede a Locarno, contribuendo a tener alta la sua fama di festival assai esplorativo dove si premiano più le audacie che la compiutezza, la solidità del cinema bien fait. A chi gli chiedeva in conferenza stampa come mai fossero stati assegnati ben due premi al bulgaro Godless – Pardo d’oro e quello per la migliore attrice – il presidente della giuria, il regista messicano Arturo Ripstein, ha risposto stizzito: semplicemente perché era il film migliore, ed è stato votato all’unanimità. Ora, in concorso qualcosa di meglio c’era, però non è che la scelta di Godless sia uno scandalo. Per più della metà è un film disturbante al punto giusto, un quadro livido e torbido della Bulgaria senza cuore, senza morale né legge di oggi, peccato che nella seconda parte moraleggi alquanto introducendo pentimenti improvvisi e improbabili, e cada nel vizio peggiore di questo Locarno 69, l’ermetismo. Con un finale-rompicapo che continua a suscitare le più pazze interpretazioni. Il favorito fino a stamattina, il rumeno Inimi Cicatrizate – Cuori cicatrizzati, si porta via il premio speciale della giuria, e chissà se il regista Radu Jude sarà contento (già gli avevano dato un premio di consolazione alla Berlinale per Aferim!, dev’essere il suo kharma). Solo una menzioncina invece a quello che ha riscosso il massimo gradimento di pubblico, Mister Universo della coppia Covi-Frimmel. Troppo caruccio probabilmente per i gusti forti della giuria e del suo presidente. Poi si sa che ai festival la leggerezza non paga mai. Un altro dei film migliori e pardabili, O Ornitologo, procura a Joao Pedro Rodrigues il premio come migliore regista e basta. Meritava di più. O Ornitologo è il film che promuove Rodrigues da regista di nicchia a autore established, a piccolo maestro, una maturazione che la giuria doveva riconoscere. Pensare che il Portogallo è stato tra i dominatori di questo festival nelle sue varie sezioni. Niente da dire invece sui premi alla migliore attrice e al migliore attore, che è anche un modo per segnalare attraverso il suo protagonista il notevole polacco The Last Family. Il palmarès non è così sballato, bastava scambiare Pardo d’oro e premio speciale della giuria e sarebbe stato quasi perfetto. Il quasi sta per la misera menzioncina a Mister Universo, che qualcosa di più corposo si meritava. Ma il palmarès più sbilenco, quasi dada nella sua probabilmente voluta provocazione, è quello di Cineasti del presente, con una giuria presieduta da un Dario Argento neopaladino del cinema delle nuove e assai rischiose frontiere. Il pardo d’oro della sezione va al film più esasperante, narciso e provocatorio fino all’arroganza tra tutti quelli in concorso, l’argentino El Auge del Humano. Con forti suggestioni ma anche parecchi dei vizi e vezzi del cinema ggiovvane, uso e abuso della macchina mano e long take interminabili compresi. Ma almeno è un film di quelli che dividono e lacerano, il che è cosa buona in sé (e però aspettiamo il suo regista Eduardo Williams alla prossima prova). Il nostro videoartista Yuri Ancarani vince il premio speciale con The Challenge, documentario e ricerca visuale uniti nel nome del cinema che verrà, un film che è in parte una produzione italiana. Dissento fortemente dalla menzione al boliviano Viejo Calavera, saturo di velleitarismi ed estetismi, un film che ho detestato, di quelli che fanno del formalismo sulle miserie umane. Mentre ci sta l’altro premio di Cineasti del presente al giapponese Destruction Babies, una ballata violenta tra l’iper-realistico, l’eroistico e il manga che è stata tra le rivelazioni (non ho ancora avuto il tempo di recensirlo). Ma il palmarès di Cineasti del presente dimentica parecchia roba interessante, a partire dal film forse più bello di tutto questo Locarno, il francese Gorge coeur ventre di Maud Alpi. Ed è stato piallato via l’argentino El futuro perfecto (cui però è andato il premio di migliore opera prima), anche questo troppo leggero per la voglia di pesantezza della giuria. Quanto a Piazza Grande, il pubblico ha votato Ken Loach e il suo I, Daniel Blake, e non si può dire una sorpresa. Il premio Variety va invece a Moka, uno dei meno peggio di una sezione con troppe cadute. Quanto al festival, ne riparleremo. Troppo cinema medio e perfino mediocre in Piazza Grande, troppe cinefilie ed estremismi autoreferenziali nei due concorsi, quello internazionale e quello di Cineasti del presente.


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