Right Now, Wrong Then (Jigeumeun matgo geuttaeneun teullida) di Hong Sangsoo.
Il coreano Hong Sangsoo, già vincitore a Locarno due anni fa del premio per la migliore regia, torna con un altro dei suoi film che esplorano la mutevolezza del reale e le sue multiple rifrazioni e possibilità. Come nel borgesiano giardino dei sentieri che si biforcano. Un regista arriva in una città di provincia a presentare il suo nuovo film. Incontrerà una ragazza, si innamorerà di lei. Assisteremo a due versioni della stessa storia, con finali diversi. Forse perché (come cantava Claudio Rocchi: qualcuno ricorda?) la realtà non esiste. Voto 7
Titolo coreano impossibile, meglio la english versione che vuol dire più o meno Prima bene, poi male. Apparentemente ermetico, in realtà il suo significato diventerà chiarissimo con il procedere della visione. Hong Sangsoo, autore già consacrato, adorato dai Cahiers du Cinéma, regular dei vari festival, mancava però dai tempi di Venezia Orizzonti 2014, dove si era visto il suo film forse più bello, stratificato ed elusivo, Hill of Freedom. Adesso eccolo tornare a Locarno, dove due edizione fa aveva vinto il premio per la migliore regia per Our Sunhi, con questo che è il suo film più immediato, più accessibile, e i molti applausi alla proiezione stampa lo dimostrano. E che potrebbe rivelarsi un discreto successo anche nelle sale italiane, se solo qualcuno osasse importarlo. Niente di nuovo, Hong Sangsoo ripropone il suo usuale cinema di conversazione, un maurivaudage estremo-asiatico che ha parecchi punti di contatto con certo Rohmer, anche se non ne raggiunge le altitudini di raffinatezza e grazia. E, come sempre, anche stavolta il regista di Seoul esplora le molteplici possibilità della vita, i giochi del caso e della necessità, con storie che si duplicano e si rifrangono in più varianti, secondo il principio della ripetizione differente. Rifrazione e rispecchiamenti in cui finiamo col perdere di vista il reale, soppiantato dai suoi simulacri, dalle sue virtualità. Questo suo nuovo lavoro è esemplare, quasi un manifesto teorico del suo fare cinema. Film spaccato in due, la prima che porta il titolo Right Now, Wrong Then, la seconda che lo capovolge, et pour cause, in Wrong Now, Right Then. La stessa storia, con gli stessi personaggi, raccontata con molti elementi comuni e qualche differenza, a sottolineare la mutevolezza e l’ambiguità del reale. Un regista arriva in anticipo in una città di provincia per presentare in un cineclub il suo ultimo film (con tanto di “seguirà dibattito”). Per ammazzare il tempo se ne va in giro (il camminare senza meta è una delle costanti dei personaggi di Hong Sangsoo), finendo con l’imbattersi in una bellissima ragazza che si rivelerà essere un’aspirante pittrice ed ex modella. Chiaro che tenterà l’approccio, ma a cena lui, ormai ubriaco, incautamente rivelerà di essere sposato con figli facendola scappare. La parte seconda ripercorre la stessa pista narrativa: incontro, tentato acchiappo, ma stavolta la faccenda si evolverà in un altro modo. Assai gradevole. Con dialoghi non raffinatissimi, e però di massima eficacia. E lui, con le sue goffaggini e i suoi stupori naïf (difficile però crederlo un raffinato autore di cinema), è incantevole.
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Locarno, recensione del film coreano vincitore ‘Right Now, Wrong Then’
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